Formula 1, infortunio per il pilota: non è riuscito a farlo – VIDEO

Domenica si corre eppure questo pilota di uno dei team più importanti non sembra proprio al top della forma. Non vi stiamo prendendo in giro: un video esclusivo dimostra come le condizioni del campione non siano le migliori, ecco come lo abbiamo intuito. 

Guidare una monoposto capace di sfrecciare ad oltre trecento chilometri orari non è cosa per tutti motivo per cui anche i piloti più qualificati ed abili cercano sempre di essere in condizioni fisiche e psicologiche perfette quando hanno una gara. Non sempre però è possibile.

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L’esordio in pista sembra una chimera per questo pilota (Auto&Motori)

Delle immagini ed un video esclusivo con protagonista un pilota molto discusso in questi giorni stanno facendo preoccupare esperti, appassionati e anche alcuni colleghi dell’uomo che forse, non dovrebbe iniziare a guidare già domani. Vediamo com’è mai.

Rischi del mestiere

Un tempo i piloti di Formula Uno erano considerati degli uomini privi di qualsiasi tipo di paura e ragione: negli anni settanta quando la lista di piloti morti o rimasti sfigurati nel corso di una gara ufficiale come Niki Lauda che convisse per tutta la vita con i segni lasciatigli dal rogo del Nurburgring iniziò a salire in modo vertiginoso, vennero introdotte nuove misure di sicurezza per tutelare almeno nei limiti del possibile le vite di questi atleti.

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Non è uno sport per deboli (Auto&Motori)

Nonostante le grandi misure di sicurezza, i passi avanti fatti nella direzione di una Formula Uno con zero incidenti e tutte le accortezze che piloti e membri dello staff tecnico prendono continuamente, l’infortunio è l’incidente sono sempre dietro l’angolo come provano casi come l’incidente occorso a Felipe Massa anni fa in cui il brasiliano partì con la pompa della benzina ancora collegata alla sua monoposto.

Congedo per malattia

Proprio per la pericolosità di questi sport è importante che un pilota, qualora vittima di un problema fisico che non gli permette di controllare la vettura al 100% si metta in malattia lasciando il posto alla riserva. Non c’è da scherzare con queste cose e non è per niente da macho mettersi alla guida di un bolide come quelli che correranno domenica se non ci si sente al massimo della forma, i rischi sono enormi.

Ultimamente ha fatto molto discutere il caso di Lance Stroll, pilota della scuderia Aston Martin. Il team verde smeraldo ha una “sfiga” cronica con i piloti e anche lo scorso anno dovette dire addio al campione Sebastian Vettel all’esordio a causa del Coronavirus. Quest’anno è toccata a Stroll che dopo un capitombolo in bicicletta sembrava destinato a lasciare a Felipe Drugovich il compito di guidare una delle monoposto inglesi.

Può davvero farlo? 

Il principale problema di Stroll al momento riguarda i suoi polsi: purtroppo non si tratta di una parte del corpo che un pilota di Formula Uno può non utilizzare o comunque tenere a riposo dato che proprio queste articolazioni assieme a quelle delle caviglie sostengono il maggiore sforzo fisico durante le difficili curve. Secondo quanto apprendiamo dai video che circolano online, lo stesso pilota canadese avrebbe lamentato forti difficoltà e dolori durante le prove.

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Lance Stroll si sta prendendo un rischio importante (Auto&Motori)

Nonostante le condizioni di Stroll il team Aston Martin è riuscito a piazzare quasi in testa alla classifica una delle sue AMR23 con grande entusiasmo della squadra che potrebbe tentare il riscatto dopo la deludente esperienza dell’anno scorso. Abbiamo un ottimo Fernando Alonso in quinta posizione mentre Stroll, stringendo coraggiosamente i denti, si è piazzato comunque ottavo.

Ciò che è certo è che nel video Stroll sembra in condizioni fisiche non ottimali e fa molta fatica a tenere il volante e ad abbandonare la sua monoposto. La decisione di correre ad ogni costo è sua ed è stoica ma ripagherà? Le perplessità arrivano anche dai suoi colleghi come Ralf Schumacher, ex pilota e fratello di Michale che vanta sei vittorie ufficiali in Formula Uno e che ha detto: “Considerando quanto ha spinto al massimo in qualifica, se ha dolori ai polsi non ce la farà mai a completare 57 giri di gran premio”. A voi l’ardua sentenza.

 

 

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